- CHIRURGIA DELLA BASE DEL CRANIO
- ·Chirurgia del meato acustico interno[46-010]V. Darrouzet, V. Franco-Vidal, J.-P. Lavieille, D. Liguoro
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Résumé
La chirurgia del meato acustico interno appartiene di pieno diritto alla specialità otorinolaringoiatrica (ORL). Le patologie che vi si sviluppano sono dominate dallo schwannoma vestibolare. Tuttavia, le patologie funzionali non sono escluse e la malattia di Menière è una delle principali indicazioni degli accessi a questo sito anatomico. Dopo aver valutato i prerequisiti necessari prima di impegnarsi in questa chirurgia, in particolare in termini di curva di risorse tecniche e di ambiente «paziente», descriveremo le vie di accesso dedicate al suo approccio, insistendo sulla via retrolabirintica allargata, ancora poco descritta in letteratura, e che è venuta ad arricchire il corredo terapeutico costituito fino ad allora dalla via della fossa media, dalla via translabirintica e dalla via retrosigmoidea. Essa offre, in effetti, i vantaggi di una via altamente modulabile, adatta al tempo stesso al trattamento delle patologie funzionali e tumorali del meato acustico interno e dell'angolo pontocerebellare. Dopo una descrizione di ognuna di queste vie saranno valutate le particolarità sollevate dalla neurotomia vestibolare o dalla chirurgia degli schwannomi vestibolari. Tratteremo a parte la strategia di exeresi degli schwannomi vestibolari, poiché essa differisce poco a seconda della via di accesso scelta.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Meato acustico interno, Schwannoma vestibolare, Neurotomia vestibolare, Nervo facciale, Malattia di Menière - ·Vie translabirintiche[46-011]G. Michel, P. Bordure
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La via translabirintica è una via d'accesso utilizzata routinariamente per l'exeresi degli schwannomi vestibolari, ma indicata per qualsiasi lesione della rocca e dell'angolo pontocerebellare associata a una cofosi. Per i tumori più piccoli, si pone la questione di vie d'accesso più conservative o di radiochirurgia. L'estensione di questo accesso può essere modulata secondo l'indicazione operatoria e consente di ottenere un'exeresi il più delle volte completa, con bassi tassi di recidiva. La dimensione del tumore non è un fattore limitante in questa tecnica. Tuttavia, essa è responsabile di una perdita totale dell'udito e richiede un prelievo di grasso addominale per la chiusura. La tecnica chirurgica, inizialmente descritta da House, è ben codificata e le fasi devono essere eseguite rigorosamente fino a consentire un'esposizione soddisfacente e un accesso neurochirurgico ottimale. Sono descritti anche gli incidenti intra- e postoperatori, nonché la loro gestione consensuale.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Schwannoma vestibolare, Neurinoma dell'acustico, Rocca, Angolo pontocerebellare, Via translabirintica, Paralisi facciale, Perdita di liquido cerebrospinale - ·Decompressione del meato acustico interno attraverso la via della fossa cerebrale media[46-012]J.-M. Thomassin, P. Dessi, J.-B. Danvin, C. Forman-Glard, A. Bailhache-Benhima, P.-H. Roche
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La via della fossa cerebrale media (o via sovrapetrosa) descritta da House nel 1958 permette, con un approccio extradurale, di accedere alla faccia superiore dell'osso petroso. È la tecnica più indicata per realizzare una decompressione del nervo facciale, una neurotomia vestibolare, l'exeresi di uno schwannoma vestibolare (stadi I e II) e nella chirurgia neoplastica dell'apice petroso (colesteatoma primitivo della rocca, emangiomi, ecc.). In caso di neurinoma dell'acustico nell'unico orecchio udente o nel quadro di neurinomi bilaterali (neurofibromatosi di tipo 2), la decompressione chirurgica del meato acustico interno può essere indicata con l'obiettivo principale di salvaguardare, il più a lungo possibile, una funzione uditiva utile e, soprattutto, di intraprendere un trattamento radioterapico della lesione per esempio, gamma knife). Gli autori descrivono i differenti tempi chirurgici della tecnica.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Meato acustico interno, Decompressione - ·Chirurgia del forame giugulare[46-020]V. Darrouzet, V. Franco-Vidal, D. Liguoro, J.-P. Lavieille
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L'accesso chirurgico del forame giugulare è complesso. La sua profondità e la sua vicinanza con il nervo faciale e l'arteria carotide interna sono critiche. La presenza, all'interno di questo orifizio, di nervi misti di alta importanza funzionale e di notevole fragilità complica molto il compito del chirurgo. Quella del bulbo giugulare, essenziale per il drenaggio venoso cerebrale e facilmente invaso, è al centro del rischio chirurgico. L'accesso al forame giugulare si può prendere in considerazione attraverso delle vie d'accesso otologiche, di cui la più utilizzata è la via infratemporale tipo A descritta da Ugo Fisch. Questa via ha dimostrato la sua efficacia nel corso del tempo. Il suo inconveniente principale è di sacrificare poco o molto l'udito e di richiedere una deviazione del nervo faciale. Altre vie d'accesso otologiche più rispettose della posizione del canale facciale e dell'orecchio medio sono state descritte più recentemente per la rimozione di tumori di dimensioni da piccole a medie. Tuttavia, il forame giugulare può essere controllato anche attraverso vie d'accesso puramente neurochirurgiche, rispettando la rocca, la posizione del nervo faciale e l'integrità dell'orecchio medio. Questi accessi, descritti per raggiungere il forame magno, sono in grado di portare il chirurgo a delle lesioni che dipendono dal forame giugulare. Lo scopo di questo lavoro è di fare una descrizione quanto più completa possibile di questi due tipi di accessi, precisando le rispettive indicazioni. Sono evocati i problemi posti dai diversi tumori che possono occupare questo spazio. I paragangliomi timpanogiugulari servono da base di descrizione, ma sono anche specificate le particolarità tecniche sollevate dai meningiomi e dai neurinomi.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Nervo faciale, Forame giugulare, Via infratemporale, Nervo vago, Paraganglioma - ·Tecniche chirurgiche di impianto di ausili uditivi in otoneurologia[46-038]E. Truy, D. Bouccara, O. Sterkers, J.-M. Triglia
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Questo articolo ha lo scopo di descrivere l'essenziale delle tecniche chirurgiche riguardo agli ausili uditivi impiantabili attualmente disponibili. Quando è stato giudicato utile richiamare l'anatomia chirurgica, l'accento è stato posto sui punti essenziali. Saranno passati in rassegna gli impianti cocleari, gli impianti uditivi del tronco cerebrale, gli ausili uditivi ad ancoraggio osseo e, infine, gli impianti dell'orecchio medio. Sono ricordati le indicazioni, i principi di funzionamento e i risultati. Sono affrontate le varianti chirurgiche. È stato previsto uno sviluppo per le indicazioni particolari quando può derivarne una modificazione della tecnica standard. Analogamente sono trattate le complicanze, parte purtroppo integrale delle tecniche chirurgiche.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Sordità, Impianto uditivo, Impianto cocleare, Impianto uditivo del tronco cerebrale, Impianto uditivo ad ancoraggio osseo, Impianto di orecchio medio, Otoneurochirurgia - ·Vie d'accesso laterali della fossa infratemporale[46-040]Y. Philippe, J. Boyer, P. Bordure
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La fossa infratemporale (FIT) è una regione anatomica profonda del volto. Ricca di elementi neurovascolari, può essere la sede di tumori benigni o maligni che possono richiedere un'esposizione specifica e, quindi, una via d'accesso specifica. Le vie d'accesso laterali possono essere limitate alla FIT (via transzigomatica e vie transmandibolari) o essere estese alle strutture adiacenti e, in particolare, alla base del cranio (via preauricolare sottotemporale e via transpetrosa anteriore). Lateralmente, l'accesso della FIT è sbarrato dall'arcata zigomomalare, dal ramo montante della mandibola e dai principali muscoli masticatori. Rispetto agli accessi anteriori, gli accessi laterali hanno il vantaggio di garantire una buona esposizione del piano medio della base del cranio. Queste tecniche diverse, la loro utilità, i loro vantaggi e i loro limiti saranno esposti successivamente.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Fossa infratemporale, Via transzigomatica, Via transmandibolare, Via preauricolare sottotemporale, Via transpetrosa anteriore - ·Accesso chirurgico all'arteria carotide interna intrapetrosa[46-041]J.-M. Thomassin, A. Branchereau, P.-É. Magnan, S. Malikof, P. Dessi, A. Bailhache, J.-B. Danvin
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L'arteria carotide interna cervicale alta, profondamente nascosta sotto la base cranica, ha un accesso chirurgico difficile. Le lesioni displasiche, aneurismatiche o traumatiche, giustificano il controllo di questo asse vascolare. Gli autori espongono una tecnica chirurgica con accesso infratemporale anteriore senza deviazione del nervo facciale né sacrificio della funzione uditiva. I tempi operatori chiave sono la lussazione in avanti del condilo mandibolare dopo una dissezione sottoperiostea, che consente un accesso diretto allo spazio intergiugulocarotideo, e la fresatura dell'apofisi vaginale dell'osso timpanico, che apre l'accesso alla faccia posteroesterna della porzione verticale del canale carotideo. Questo intervento richiede una stretta collaborazione tra otorinolaringoiatra e chirurgo vascolare. Il controllo dell'arteria carotide interna così ottenuto permette di trattare con la chirurgia vascolare ricostruttiva alcune lesioni giudicate inoperabili fino a qualche anno or sono. Questa tecnica, che permette di eludere il sacrificio della funzione uditiva evitando sequele estetiche facciali, si rivela particolarmente interessante da quando è stato riscontrato che le lesioni displasiche della carotide interna sono bilaterali nel 60-70% dei casi.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Canale carotideo, Arteria carotide interna, Petrectomia anteriore, Accesso infratemporale anteriore, Spazio intergiugulocarotideo
- ·Chirurgia del meato acustico interno
- CHIRURGIA DELL'ORECCHIO
- ·Trattamento chirurgico dell'otosclerosi. Aspetti tecnici e medicolegali[46-050]P. Bonfils, J. Bertrand
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La chirurgia dell'otosclerosi, nata negli anni Sessanta, è una chirurgia funzionale, che dà dei buoni risultati. Un miglioramento dell'udito è ottenuto in più del 95% dei pazienti. L'indicazione chirurgica deve essere posta con attenzione e si basa sull'analisi di fattori uditivi, ma anche generali. La presenza di una sordità, di natura trasmissiva e fonte di limitazione sociale, è una condizione indispensabile. La realizzazione di un esame TC, al fine di evidenziare il focolaio otosclerotico, è raccomandata dalla Société française d'oto-rhino-laryngologie et de chirurgie de la face et du cou. Possono essere realizzate diverse tecniche: platinectomia parziale o totale e platinotomia, con o senza laser. Non vi sono attualmente meta-analisi che sintetizzino i risultati della chirurgia dell'otosclerosi. Nessuno studio di questo tipo permette attualmente di affermare che una tecnica operatoria sia inferiore o superiore a un'altra. Lo studio delle grandi casistiche storiche e più recenti della letteratura mostra una stabilità dei risultati da molti anni. Il rischio di complicanze postoperatorie è da prendere in considerazione e deve essere spiegato al paziente, in particolare quello di cofosi postoperatoria, che è stimato tra lo 0,5% e l'1% degli interventi. Le altre complicanze sono dominate da una disgeusia spesso reversibile, da vertigini e da una perforazione della membrana timpanica. Queste complicanze possono essere fonte di conflitto con i pazienti quando non sono state spiegate prima dell'intervento e quando le alternative terapeutiche non sono state illustrate e commentate. Questa comprensione e l'accettazione da parte del paziente dei rischi operatori sono punti importanti. L'informazione del paziente deve essere più chiara e completa possibile, basandosi sui dati della letteratura medica. È indispensabile la raccolta di un consenso informato, di cui un esempio è stato pubblicato on line dal portale ORL France sotto l'egida del Collège français d'oto-rhino-laryngologie (ORL) et de chirurgie cervico-faciale e della Société française d'oto-rhino-laryngologie et de chirurgie de la face et du cou.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Orecchio medio, Staffa, Otosclerosi, Sordità, Acufeni - ·Timpanoplastiche[46-060]O. Deguine, M.-N. Calmels, C. Deguine
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Il termine «timpanoplastica» definisce ogni forma di chirurgia il cui scopo è il trattamento dell'otite cronica; questa chirurgia riguarda la membrana timpanica e/o uno o diversi elementi dell'orecchio medio. Abbiamo limitato il soggetto alle tecniche chirurgiche dei postumi di otite cronica. Le tecniche chirurgiche del colesteatoma (tecnica chiusa, tecnica aperta, meatoplastica) e la strategia di gestione dell'otite cronica evolutiva sono state volontariamente escluse e meritano da sole un capitolo specifico.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Chirurgia dell'orecchio, Chirurgia dell'otite cronica, Timpanoplastica, Protesi ossiculare, Membrana timpanica, Mastoide, Miringoplastica - ·Ossiculoplastica[46-065]E. Truy, R. Hermann, E. Lescanne
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Le tecniche di ossiculoplastica hanno lo scopo di trasmettere l'informazione acustica di natura vibratoria nel modo più efficiente possibile, dalla membrana timpanica, che sia normale o neoformata, fino ai liquidi dell'orecchio interno. Le situazioni che si possono incontrare in patologia sono molto variabili. Nonostante la codificazione degli imperativi biomeccanici ormai ben noti e la varietà di materiali a disposizione dei cofochirurghi, i risultati sono molto variabili, in gran parte condizionati dalle condizioni anatomiche e patologiche incontrate. Queste tecniche devono essere discusse con le alternative audioprotesiche.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Sordità di trasmissione, Otite cronica, Aplasia minore, Lisi e blocco degli ossicini, Chirurgia funzionale uditiva, Ausili uditivi - ·Chirurgia delle cavità posteriori dell'orecchio medio e atticotomie[46-080]N. Durand, F. Espitalier, O. Malard, P. Bordure
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La chirurgia delle cavità posteriori dell'orecchio medio ha vari obiettivi. Essa permette l'accesso diretto e il trattamento dei processi patologici situati a livello delle cavità posteriori ma anche delle altre regioni dell'orecchio medio, come l'attico e la cassa del timpano. Le indicazioni di questa chirurgia sono dominate dal trattamento dell'otite cronica, il più delle volte colesteatomatosa. Si distinguono due grandi tipi di tecnica in funzione della conservazione o del sacrificio del condotto uditivo esterno osseo: antroatticotomia o mastoatticotomia conservativa del condotto e svuotamento, che impone il sacrificio di una parte del condotto osseo. La tolleranza delle cavità di svuotamento è ormai molto migliorata dallo sviluppo delle tecniche di riempimento con biomateriali. La chirurgia delle cavità posteriori è utile anche per l'accesso otoneurochirurgico e all'orecchio interno o in caso di chirurgia implantologica. La realizzazione corretta di queste tecniche richiede una buona conoscenza dell'anatomia complessa di questa regione, nonché un accesso idoneo nelle parti molli.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Mastoidectomia, Svuotamento dell'orecchio, Timpanotomia posteromediale, Colesteatoma, Impianti, Meatoplastica, Riempimento, Biomateriali - ·Ricostruzione delle anomalie congenite del padiglione auricolare[46-090]F. Firmin, A. Marchac
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L'orecchio, la cui architettura è tridimensionale e complessa, può avere delle forme molto varie. Correggere un'anomalia congenita dell'orecchio esterno significa riprodurre dei rilievi assenti o deformati tenendo conto dell'anatomia normale di un orecchio. In genere, solo l'utilizzo di un sostegno cartilagineo può permettere di riprodurre questi rilievi. A lungo considerata difficile e deludente, la ricostruzione delle orecchie malformate con tessuti autologhi permette, attualmente, di ottenere dei risultati esteticamente soddisfacenti e duraturi, quando è realizzata secondo delle regole e dei principi ben stabiliti. Noi affronteremo in questa sede la ricostruzione auricolare nel quadro delle microtie, ma anche in quello delle piccole anomalie, come in caso di criptotia, di orecchio a cornetta, di orecchio di Stahl e di agenesia del lobulo.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Ricostruzione dell'orecchio, Anomalia dell'orecchio, Microtia, Padiglione, Orecchio, Criptotia, Orecchio di Stahl, Orecchio a cornetta, Nagata, Brent - ·Chirurgia funzionale delle agenesie auricolari[46-092]E. Truy, T. Van den Abbeele
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La chirurgia funzionale delle aplasie auricolari maggiori è una sfida chirurgica. Sono apparsi dei miglioramenti tecnici, ma non è possibile ottenere a colpo sicuro un risultato eccellente, anche per i pazienti perfettamente selezionati con una diagnostica per immagini. Questo tempo funzionale deve integrarsi a quello estetico riguardo al padiglione ed essere discusso con le alternative audioprotesiche.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Sordità, Agenesia auricolare, Atresia auricolare, Chirurgia funzionale uditiva, Protesi uditive, Conduzione ossea, Osteointegrazione, Impianti uditivi attivi - ·Chirurgia dell'orecchio ad ansa[46-100]J.-M. Thomassin, P. Dessi, G. Magalon, J. Bardot, C. Forman
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Le deformazioni antiestetiche del padiglione auricolare associano, a gradi variabili, un valgismo, un difetto di curvatura dell'antelice e un'ipertrofia della conca. La loro correzione chirurgica, ancora detta «otoplastica», consiste in una combinazione di diverse tecniche che devono essere semplici, rapide e che hanno dato prova di raggiungere un risultato d'insieme armonico, elegante e duraturo. Oltre alle deformazioni il chirurgo, prima di proporre una tecnica chirurgica, deve sempre tener conto dello spessore della cartilagine, che condiziona la rigidità, l'elasticità del padiglione e il risultato nel tempo. La scelta delle tecniche richiede una valutazione preoperatoria precisa, che deve essere completata con una documentazione fotografica onde evitare ogni insufficienza, irregolarità e rottura in corrispondenza dell'antelice, all'origine di reinterventi chirurgici spesso complessi.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Orecchio ad ansa, Otoplastica - ·Tecniche di riparazione delle perdite di sostanza del padiglione auricolare[46-101]D. Vertu-Ciolino, F. Disant
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La ricostruzione auricolare è una sfida chirurgica, perché l'orecchio è una struttura complessa nella sua architettura e nella sua geometria. La sua visibilità a livello del volto paertecipa all'immagine corporea del paziente, spiegando l'elevata richiesta di riparazione dopo un trauma o un deficit congenito. La riparazione delle perdite di sostanza dell'orecchio esterno copre una molteplicità di situazioni molto diverse. I tumori cutanei dell'orecchio esterno sono molto frequenti, portando a deficit che vanno dal più superficiale al più completo, mentre i casi di malformazioni maggiori congenite sono rari. La riparazione con tegumenti di identica qualità deve sempre essere preferita a livello del viso, e i lembi di copertura o innesto cutaneo devono essere prelevati sull'estremità cefalica. Questo articolo affronta la riparazione delle perdite di sostanza parziali auricolari, trapassante e non trapassante, quindi affronta la problematica delle riparazioni post-traumatiche totali o nei casi di ipoplasia o aplasia congenita. Le tecniche ideate da Tanzer, Brent e Nagata sono, oggi, perfezionate dai loro allievi, per risultati molto soddisfacenti nelle mani di chirurghi specializzati.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Orecchio esterno, Ricostruzione auricolare, Otopoiesi, Epitesi, Perdita di sostanza dell'orecchio esterno
- ·Trattamento chirurgico dell'otosclerosi. Aspetti tecnici e medicolegali
- CHIRURGIA DELLA FACCIA E DEI SENI
- ·Chirurgia dell'epistassi[46-110]J.-M. Prades, M. Gavid, A. Timoshenko
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L'epistassi è una delle urgenze più frequenti in oto-rino-laringoiatria. Essa è, il più delle volte, benigna, ma, talvolta, mette in gioco la prognosi vitale. Essa può essere classificata secondo il suo carattere primario o secondario con una causa evidente, secondo l'età di comparsa nel bambino o nell'adulto e secondo l'origine dell'emorragia anteriore o posteriore rispetto all'orifizio piriforme. La vascolarizzazione arteriosa delle fosse nasali dipende dalle arterie carotidi esterna e interna con numerose anastomosi: l'arteria sfenopalatina, ramo terminale dell'arteria carotide esterna, raggiunge la fossa nasale attraverso il forame sfenopalatino, mentre le arterie etmoidali anteriore e posteriore, rami collaterali dell'arteria oftalmica, percorrono il tetto dell'etmoide prima di raggiungere la fossa nasale. Le indicazioni terapeutiche devono tenere conto dei pazienti a rischio di morte: soggetti anziani, con dei trattamenti anticoagulanti e/o antiaggreganti, portatori di una comorbilità cardiovascolare e di un tumore nasosinusale o che hanno presentato un trauma accidentale o chirurgico. La cauterizzazione selettiva endoscopica precoce delle sedi emorragiche può evitare un tamponamento posteriore per circa i tre quarti dei pazienti. Tuttavia, di fronte alla recidiva emorragica, a maggior ragione nei pazienti a rischio, è proposta la legatura endoscopica dell'arteria sfenopalatina, eventualmente associata alla legatura dell'arteria etmoidale anteriore. Essa permette un controllo dell'emorragia senza una complicanza maggiore per il 90-100% dei pazienti. Tuttavia, una controindicazione all'anestesia generale e una malattia ateromatosa moderata possono far scegliere un'embolizzazione selettiva sotto anestesia locale da parte di un'equipe competente. Il controllo dell'emorragia è ottenuto nel 70-90% dei casi.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Epistassi, Arteria sfenopalatina, Arteria etmoidale, Legatura, Embolizzazione, Tamponamento, Cauterizzazione - ·Chirurgia riparativa della piramide nasale[46-120]A. Jourdain, C. Beauvillain de Montreuil, O. Malard
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Le perdite di sostanza (PDS) del naso pongono dei problemi frequenti di riparazione, sia funzionali che estetici. Attualmente, le PDS sono spesso la conseguenza di una chirurgia di exeresi per tumori dermatologici maligni e, più raramente, sono traumatiche. Le tecniche di riparazione attuali beneficiano dei progressi della chirurgia plastica: conoscenza delle unità e delle subunità estetiche e delle linee di Kraissl che corrispondono alle rughe di espressione, preferibili alle classiche linee di Langer, disegnate sul cadavere, che non tengono conto dell'azione muscolare dei pellicciai. Queste tecniche, adattate all'età, sono diverse nel soggetto giovane, dove le cicatrici dei prelievi di lembi restano visibili per molto tempo mentre, nel soggetto anziano, le cicatrici sono, il più delle volte, discrete. Le PDS del naso sono superficiali o interruttrici. Le PDS superficiali possono essere riparate con lembi cutanei prelevati a livello del naso o delle regioni adiacenti. Le PDS interruttrici richiedono una riparazione in tre piani, cutaneo, mucoso e cartilagineo intermediario. Il lembo frontale è spesso insostituibile per la riparazione del piano cutaneo superficiale. Nei pazienti anziani, in cattivo stato generale o quando la situazione oncologica è incerta, può essere proposto il ricorso a una protesi nasale oppure a un'epitesi.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Amputazione nasale, Riparazione di una perdita di sostanza superficiale del naso, Riparazione di una perdita di sostanza trapassante del naso, Riparazione del naso con lembo frontale, Riparazione del naso con lembo nasogenieno, Protesi ed epitesi del naso - ·Chirurgia delle perforazioni del setto[46-135]J.-M. Thomassin, P. Dessi, C. Forman, J.-B. Danvin, A. Bailhache
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Il più delle volte asintomatiche, le perforazioni settali sono spesso scoperte durante l'esame clinico. Peraltro, si manifestano con una rinite crostosa, epistassi recidivanti o fischi. L'origine di queste perforazioni è dominata dalle cause iatrogene (settoplastica), ma un'indagine diagnostica approfondita porta talvolta alla scoperta di patologie più rare (malattia di Wegener, sarcoidosi) o inconfessate (cocaina). Quando sono sintomatiche, queste perforazioni rappresentano «sfide» chirurgiche che spesso scoraggiano i medici. La scelta terapeutica è tra le otturazioni settali (silicone) e la chirurgia. I bottoni settali costituiscono una tecnica interessante per la semplicità della loro applicazione, ma espongono a complicanze dominate dall'intolleranza mucosa o dall'estrusione. Si tratta di trattamenti di scelta nei soggetti fragili o che non desiderano interventi chirurgici più pesanti. La chirurgia convenzionale è resa delicata dallo stretto accesso delle fosse nasali e dalla tendenza spontanea alla retrazione dei lembi. Le tecniche chirurgiche sono numerose e la scelta del tipo di intervento chirurgico dipende della grandezza, dalla topografia della perforazione e dall'esperienza dell'operatore. Per le perforazioni inferiori a 1 cm2le tecniche utilizzano la grandezza di lembi mucopericondrali e/o mucoperiostei. Per le perforazioni più importanti bisogna ricorrere a un lembo composito orale con un peduncolo gengivolabiale in due tempi. Così, tutte le perforazioni settali possono praticamente essere trattate chirurgicamente con i metodi descritti. I bottoni settali occludenti sono riservati solo ai casi in cui esiste una controindicazione chirurgica.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Naso, Perforazioni settali, Atti chirurgici - ·Chirurgia del seno mascellare al di fuori dei traumi e dei tumori[46-140]J. Michel, F. Antonini, A. Varoquaux, E. Moreddu, P. Dessi
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La chirurgia del seno mascellare, a esclusione dei traumi e dei tumori, può essere divisa in tre grandi interventi che sono: la meatotomia media, la meatotomia inferiore e l'accesso vestibolare al seno mascellare (accesso di Caldwell-Luc). Ognuno di questi interventi può essere realizzato o con un obiettivo funzionale e terapeutico o per servire da via d'accesso chirurgica. Il principio comune a questi gesti è di creare una cavità mascellare, rivestita di mucosa, ben ventilata e che garantisca un drenaggio sufficiente a livello del meato medio. La mucosa deve, quindi, essere conservata al massimo per favorire la rigenerazione mucosa e per evitare la formazione di tessuto cicatriziale fibroso non funzionale. Un bilancio preoperatorio, clinico, endoscopico e TC preciso è richiesto prima di ogni gesto. Come per qualsiasi chirurgia endoscopica endonasale, è necessario conoscere bene le indicazioni operatorie, l'anatomia e i tempi operatori. Le principali complicanze sono le effrazioni orbitarie, le lesioni della via lacrimale, le emorragie e le lesioni del nervo infraorbitario.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Meatotomia media, Meatotomia inferiore, Accesso vestibolare, Chirurgia endoscopica endonasale - ·Chirurgia delle comunicazioni oro-naso-sinusali[46-145]R. Breheret, S. Boucher, L. Laccourreye
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Le comunicazioni oro-naso-sinusali sono, il più delle volte, iatrogene dopo le estrazioni dentarie. I problemi funzionali posti da questi tragitti anormali tra la cavità orale e le cavità nasosinusali richiedono un trattamento chirurgico. Ci si propone, qui, di fare il punto sulle tecniche chirurgiche più affidabili per realizzare la chiusura di queste fistole, senza compromettere la prognosi funzionale ed estetica dei pazienti.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Comunicazione oro-naso-sinusale, Fistola orosinusale, Estrazione dentaria - ·Chirurgia del seno frontale (tumori e traumi esclusi)[46-160]A. Jimenez-Chobillon, R. Jankowski
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Il seno frontale è senza dubbio quello che mette alla prova più seriamente i chirurghi del naso e dei seni, non soltanto per la complessa anatomia delle sue vie di drenaggio o per la prossimità di strutture vitali che potrebbero rendere difficile la dissezione a questo livello, ma anche per la difficoltà a ottenere dei risultati funzionali regolarmente soddisfacenti. La diversità delle tecniche chirurgiche nel trattamento delle patologie frontali testimonia d'altra parte questa difficoltà. Questo capitolo ha per scopo quello di presentare le principali tecniche chirurgiche impiegate nel trattamento delle patologie non tumorali e non traumatiche del seno frontale. Le tecniche descritte si rivolgono soprattutto alla sinusite cronica frontale, patologia che molto spesso è strettamente legata a una patologia etmoidale anteriore o a precedenti chirurgici a livello del recesso frontale. Sono state così descritte due grandi categorie di tecniche chirurgiche: le prime sono dette di ripermeabilizzazione e mirano direttamente a ristabilire una via di drenaggio e di ventilazione delle cavità frontali. Molte di queste tecniche di ripermeabilizzazione sono attualmente eseguite per via endoscopica, consentendo in genere di diminuire la morbilità chirurgica. Persistono tuttavia delle indicazioni per alcune tecniche di ripermeabilizzazione per via esterna. Viceversa, quando non è più possibile ripermeabilizzare e ristabilire un drenaggio fisiologico, si possono utilizzare delle tecniche di esclusione sinusale tramite riempimento. La mucosa del seno è allora eradicata nella sua totalità, il seno è riempito con un materiale biologico o sintetico e ogni comunicazione nasofrontale è obliterata. Un'altra tecnica che in genere non è molto accessibile all'otorinolaringoiatra è la cranializzazione dei seni frontali. Questa in effetti necessita di una stretta collaborazione con un'equipe neurochirurgica. Qualunque sia la tecnica scelta, i risultati non sempre sono all'altezza della prestazione tecnica ed entrambe possono presentare un certo numero di complicanze. La chirurgia del seno frontale resta competenza dei chirurghi esperti.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Seno frontale, Chirurgia del seno frontale - ·Chirurgia dei tumori sinusali[46-170]A. Moya-Plana, F. Kolb, F. Janot
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La chirurgia dei tumori nasosinusali si è evoluta molto negli ultimi 20 anni. In effetti, la chirurgia sinusale endoscopica ha conosciuto progressi importanti, sia in termini di strumentazione chirurgica che di diagnostica per immagini e di anestesia, con conseguente estensione delle sue indicazioni. Così, inizialmente chirurgia funzionale, questa tecnica “mini-invasiva” consente, oggi, il trattamento di patologie tumorali benigne (papilloma invertito in particolare) e quello di tumori maligni nasosinusali (estesioneuroblastoma, adenocarcinoma dell'etmoide, ecc.). L'analisi della letteratura evidenzia una significativa riduzione della morbilità operatoria e un miglioramento della qualità della vita di questi pazienti rispetto alle vie transfacciali. Per quanto riguarda il trattamento dei cancri nasosinusali, diversi studi depongono a favore di una sicurezza oncologica della chirurgia endoscopica per pazienti accuratamente selezionati. L'accesso endoscopico endonasale dei tumori sinusali, tuttavia, è concepibile solo nel rigoroso rispetto delle sue controindicazioni. Le vie transfacciali restano, quindi, un'alternativa terapeutica di elezione quando l'estensione del tumore non consente una resezione endoscopica soddisfacente sul piano oncologico. Lo sviluppo della chirurgia ricostruttiva con lembi liberi microanastomizzati è stato un importante passo avanti nella gestione dei tumori nasosinusali, consentendo exeresi ampie al prezzo di sequele estetiche e funzionali minori. Una precisa analisi preoperatoria della perdita di sostanza del massiccio facciale e delle sue implicazioni funzionali ed estetiche guida la strategia di ricostruzione.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Via transfacciale, Via sottolabiale, Chirurgia endoscopica, Resezione craniofacciale, Ricostruzione - ·Osteotomie maxillomandibolari: basi fondamentali e analitiche cliniche[46-177]G. Deffrennes, J. Ferri, E. Garreau, D. Deffrennes
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Le osteotomie maxillomandibolari sono definite come ogni sezione del mascellare o della mandibola, totale o parziale, che miri a spostare la parte sezionata con finalità morfologiche o funzionali. Questa chirurgia richiede la conoscenza sia dell'anatomia e della fisiologia maxillofacciale sia delle anomalie della crescita, tanto sul piano malformativo che su quello deformante. Essa deve essere stabile a lungo termine, il che non è garantito, nonostante lo stato delle nostre attuali conoscenze. La comprensione della crescita cranio-maxillo-facciale e dei suoi adattamenti funzionali è, quindi, parte integrante di questa stabilità. La finalità di queste osteotomie maxillomandibolari è di normalizzare i rapporti maxillofacciali e occlusali. Il più delle volte, esse sono realizzate in caso di dismorfismo odontomascellare, particolarmente nei casi preprotesici. Attualmente, sono, a volte, utilizzate nel trattamento sintomatico delle sindromi delle apnee ostruttive del sonno.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Osteotomie maxillomandibolari, Chirurgia ortognatica, Crescita cranio-maxillo-facciale, Dismorfismi, Cefalometria - ·Osteotomie maxillomandibolari: tecniche chirurgiche e indicazioni[46-178]G. Deffrennes, J. Ferri, E. Garreau, D. Deffrennes
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Le osteotomie maxillomandibolari si definiscono come qualsiasi sezione del mascellare o mandibolare totale o parziale, destinata a spostare la parte sezionata a scopi funzionali o morfologici. Questa chirurgia richiede conoscenze anatomiche e, in particolare, dentarie. L'aspetto funzionale di questi interventi è fondamentale per la loro stabilità a lungo termine. Le loro indicazioni sono numerose, ma le loro finalità consistono nel normalizzare i rapporti maxillofacciali e occlusali. Per realizzare questa chirurgia ortognatica è necessaria un'equipe multidisciplinare, che faccia intervenire soprattutto gli ortodontisti. Questo articolo ha lo scopo di spiegare in dettaglio le varie osteotomie maxillomandibolari più frequenti. Sono state descritte molte tecniche, che non sono più utilizzate o che lo sono in via del tutto eccezionale. Esse non sono, quindi, sviluppate qui. Come per tutti gli interventi chirurgici, ma ancora di più durante queste procedure chirurgiche, la cooperazione tra il chirurgo e l'anestesista è indispensabile.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Osteotomie maxillomandibolari, Chirurgia ortognatica, Preparazione ortodonticochirurgica, Complicanze delle osteotomie - ·Chirurgia dei traumi facciali[46-180]M. Daval, J.-B. Charrier
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La gestione dei traumi facciali è, in genere, pluridisciplinare (urgentisti, rianimatori, otorinolaringoiatri, chirurghi maxillofacciali, oftalmologi, neurochirurghi, odontoiatri). Una volta considerati i rischi vitali (respiratori ed emorragici), un bilancio iniziale delle lesioni deve permettere una gerarchizzazione e un planning terapeutico accorto. Il trattamento deve prendere in considerazione il contesto clinico generale così come le conseguenze funzionali ed estetiche, immediate e differite, generate dalla frattura o dalle fratture. La gestione dei traumi facciali è notevolmente progredita dai suoi inizi e, in particolare, in questi ultimi decenni, in virtù dei progressi realizzati nella diagnostica per immagini e nel materiale di osteosintesi. Essa non è, tuttavia, univoca. Sono esposti successivamente, in questo articolo, il trattamento delle ferite e, quindi, quello delle fratture del volto, prendendo in considerazione le vie d'accesso, il materiale di osteosintesi e, infine, l'atteggiamento specifico in funzione del tipo di frattura secondo il piano interessato.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Ferite del volto, Vie d'accesso, Osteosintesi, Frattura, Riduzione, Contenzione, Antibioticoterapia - ·Dacrio-cisto-rinostomia endoscopica[46-185]P. Klap, J.-A. Bernard, M. Cohen, D. Schapiro, F. Heran
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La dacrio-cisto-rinostomia (DCR) endoscopica permette di ristabilire una comunicazione tra le vie lacrimali e la fossa nasale per via endonasale, senza incidere la cute del volto. L'indicazione chirurgica è posta dall'oftalmologo, dall'esame rinologico e dalla diagnostica per immagini medica, costituita principalmente dalla dacrioTC, che precisa le modalità operatorie. I metodi endoscopici non consentono, tuttavia, di dimenticare i tre principi chirurgici della DCR classica, che devono assolutamente essere rispettati, pena il rischio di insuccesso: rispettare la pompa lacrimale, ottenere una neocomunicazione tra le vie lacrimali e la fossa nasale quanto più ampia possibile, centrare l'apertura della stomia sul canalicolo di unione. La DCR endonasale sotto videoendoscopia tende sempre più a soppiantare la via esterna. Essa ottiene praticamente lo stesso tasso di successi definitivi, ma permette, inoltre, una guarigione rapida grazie a un controllo visivo permanente, con assenza pressoché totale di sanguinamento e, soprattutto, senza cicatrici cutanee. Infine, da una quindicina di anni, sono comparse nuove tecniche: DCR laser-assistita (per via transcanalicolare, endonasale o con una combinazione delle due), protesi endocanalari (stent, palloncini) e interventi sotto microendoscopia endocanalicolare. Queste tecniche non hanno, per il momento, dimostrato risultati stabili.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Dacrio-cisto-rinostomia endonasale, Dacrio-cisto-rinostomia con laser, Stent, Palloncino, DacrioTC, Dacriocistite, Lacrimazione - ·Chirurgia della paralisi facciale periferica e conseguenze[46-190]D. Labbé, J. Bardot, H. Bénateau
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La paralisi facciale completa rappresenta una disgrazia insopportabile e si accompagna a importanti disturbi funzionali. Il nervo facciale deve essere riparato tutte le volte che questo risulti tecnicamente possibile, in particolare nei soggetti giovani. Quando la paralisi facciale è definitiva, il suo trattamento palliativo riposa su tre punti essenziali.Un esame clinico iniziale completo che analizza, via via, le conseguenze estetiche e funzionali, che si appoggia eventualmente a una elettromiografia (EMG) e determina il piano del trattamento.La conoscenza perfetta della tecnica di chirurgia palliativa: a ciascuno stadio le indicazioni dipendono dal tipo di paralisi e dalle sue ripercussioni. I punti essenziali saranno trattati durante la descrizione di ciascuna tecnica.Un'indicazione adattata a ciascun tipo di paralisi facciale: i casi più tipici sono quelli della paralisi facciale definitiva e completa con interruzione del tronco del VII. Le paralisi facciali congenite, le paralisi facciali e gli esiti dei plurioperati sono ugualmente trattati, così come i loro particolari terapeutici.L'idea centrale di questo articolo è quella di trattare in un unico tempo, quando possibile, l'insieme delle conseguenze della paralisi facciale allo scopo di evitare al paziente interventi iterativi e risultati parziali.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Paralisi facciale, Mioplastica, Tossina botulinica, Lembo - ·Riabilitazione del volto paralizzato[46-200]B. Baujat, P. Gangloff
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La paralisi facciale è responsabile di un'asimmetria facciale limitata alla zona inferiore per le lesioni centrali, mentre essa colpisce i territori superiore e inferiore nella sua forma periferica. Davanti a questa lesione socialmente inaccettabile, la richiesta del paziente che ne è vittima è di ottenere un risultato identico al suo stato precedente. Noi ricordiamo la valutazione iniziale necessaria per precisare la topografia, quantificare il grado e determinare l'eziologia della paralisi prima di prenderla in carico. Considerato il rischio di comparsa di complicanze oftalmologiche che possono coinvolgere la prognosi visiva, è descritta la condotta da tenere in urgenza. In seguito, è esposta la gestione precoce, sempre preferibile quando è possibile, che specifica le tecniche di ripristino della continuità nervosa. Allo stadio dei postumi, le tecniche di riabilitazione sono trattate per ciascuno dei piani del volto, prima di proporre una strategia che permetta una riabilitazione riproducibile ed efficace per ciascun piano sotto forma di algoritmi decisionali. Grazie alle diverse tecniche che noi svilupperemo in questo articolo, il chirurgo mira a ottenere un risultato simmetrico, sia a riposo che nella mimica, che deve essere funzionale.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Paralisi facciale, Nervo faciale, Procedure di chirurgia ricostruttiva, Lembi tissutali liberi - ·Chirurgia del fibroma nasofaringeo[46-210]B. Verillaud, E. Sauvaget, D. Bresson, J.-P. Guichard, J.-P. Saint-Maurice, H. Tran, R. Kania, P. Herman
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Il trattamento di riferimento del fibroma nasofaringeo rimane l'exeresi chirurgica. I progressi compiuti nel settore della diagnostica per immagini, dell'embolizzazione selettiva e della strumentazione hanno permesso di ridurre notevolmente la morbilità legata alla chirurgia di questo tumore ipervascolarizzato. Anche le tecniche chirurgiche sono progredite. Attualmente, le vie d'accesso endoscopiche endonasali permettono, nella maggior parte delle situazioni, di ottenere un'exeresi di qualità, limitando al tempo stesso le sequele estetiche e funzionali. I tumori limitati alla fossa pterigopalatina e alla fossa nasale sono stati i primi a essere operati per via endonasale. I miglioramenti nel settore dell'esposizione (resezione del setto, maxillectomia mediale), delle vie transmascellari e delle vie transpterigoidee permettono di gestire dei tumori estesi alla fossa infratemporale, alla regione dell'apice petroso, al forame lacero e al clivus. Anche alcune estensioni intracraniche limitate (forame rotondo e ovale, planum sfenoidale, lamina cribrosa) sono accessibili a un'exeresi endoscopica. Un accesso esterno resta comunque indispensabile in alcune situazioni: invasione intracranica importante, inguainamento dell'arteria carotide interna, estensione molto laterale alla fossa temporale al di sopra dello zigomo ed estensione tumorale posteriormente o lateralmente al nervo ottico. Quando la resezione completa provoca una morbilità giudicata inaccettabile, può, talvolta, essere lasciato in sede un frammento tumorale. In tutti i casi, il monitoraggio postoperatorio passa attraverso una diagnostica per immagini precoce, per individuare e trattare un eventuale residuo tumorale passato inosservato, poi attraverso un follow-up clinico e radiologico prolungato.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Fibroma nasofaringeo, Approccio chirurgico, Chirurgia endonasale endoscopica, Maxillectomia mediale, Via transfacciale, Bilancio radiologico postoperatorio - ·Chirurgia dell'imperforazione coanale[46-230]N. Teissier, T. Van Den Abbeele
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coloboma, heart, choanal atresia, retarded growth, genital hypoplasia, ear anomaliesLe texte complet de cet article est disponible en PDF.Résumé
Parole chiave : Coana, Distress respiratorio, CHARGE
- ·Chirurgia dell'epistassi
- CHIRURGIA DELLA CAVITÀ BUCCALE
- ·Chirurgia dei tumori delle labbra[46-238]O. Malard, G. Michel, F. Espitalier
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La principale causa di perdita di sostanza delle labbra è l'origine tumorale maligna (carcinoma epidermoide); essa riguarda il labbro inferiore nel 90% dei casi. Le raccomandazioni chirurgiche a proposito degli imperativi oncologici dei tumori delle labbra sono molto ben codificate. La ricostruzione delle perdite di sostanza delle labbra rappresenta una sfida terapeutica che deve permettere di rispondere a due esigenze principali: fornire ai pazienti un risultato estetico di buona qualità e conservare la funzione labiale indispensabile per la fonazione e l'alimentazione. Le fasi dell'analisi della perdita di sostanza, essenziali nella scelta della procedura di riparazione, sono ricordate in questa esposizione. Numerosissime tecniche chirurgiche sono state descritte e sono utilizzabili per riparare una perdita di sostanza labiale. Per imparare le ricostruzioni labiali, non è assolutamente necessario conoscere esaustivamente le tecniche chirurgiche disponibili, ma poter proporre una metodica affidabile e costante. Questa esposizione propone una condotta gerarchizzata e riproducibile, che permetta di affrontare la maggioranza delle situazioni a cui il chirurgo dovrà far fronte in caso di tumore labiale e la perdita di sostanza che ne deriva. Questa esposizione si propone di realizzare una sintesi delle tecniche chirurgiche, basandosi su delle indicazioni consensuali. Viene precisato l'atteggiamento nei confronti delle aree linfonodali. L'alternativa ai trattamenti chirurgici (come la curieterapia interstiziale) esce del campo di questo studio e non sarà affrontata qui.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Perdite di sostanza labiale, Carcinoma facciale, Carcinoma labiale, Lembo locale, Lembo regionale - ·Chirurgia dei carcinomi della cavità orale: exeresi e riparazione[46-240]F. Jégoux, A. Le Breton, J.-S. Henry
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I carcinomi del pavimento orale richiedono, in un gran numero di casi, un trattamento chirurgico. Questo intervento chirurgico deve interessare sia l'area tumorale che le aree linfatiche. Il trattamento dell'area tumorale comporta sempre un tempo di exeresi e, in seguito, un tempo di riparazione. Il tempo di exeresi deve essere adattato all'estensione del tumore sia a livello dei tessuti molli che a livello dell'osso. In caso di interruzione ossea, la riparazione della continuità ossea, soprattutto se l'interruzione è anteriore, è indispensabile per evitare delle sequele morfologiche e funzionali molto pesanti.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Pavimento orale, Pelvectomia, Pelvimandibulectomia non interruttrice, Riparazione del pavimento orale, Lembo libero antibrachiale, Lembo libero di perone, Lembo libero scapolare - ·Glossectomie[46-250]O. Dassonville, G. Poissonnet, A. Bozec
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Il trattamento di riferimento dei tumori della lingua rimane principalmente chirurgico, tanto per le lesioni limitate quanto per i tumori più avanzati. Esso riguarda ogni volta la localizzazione primaria e le aree linfonodali cervicali. Ogni glossectomia coinvolge il rispetto di imperativi a priori opposti: margini di exeresi ampi secondo i principi della chirurgia oncologica e conservazione ottimale della funzione. L'esame istologico estemporaneo e i progressi della chirurgia riparativa hanno dato una risposta a queste necessità contraddittorie. Conoscere le vie di accesso chirurgiche e i diversi tipi di exeresi linguale così come essere padroni delle tecniche di riparazione dalle più semplici (suture dirette) alle più complesse (lembi liberi microanastomizzati) è indispensabile per la scelta e la realizzazione delle glossectomie.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Lingua, Carcinoma epidermoide, Glossectomia, Chirurgia ricostruttiva, Lembi liberi - ·Chirurgia della faccia interna della guancia[46-260]C.-A. Righini, E. Reyt
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I tumori della faccia interna della guancia, più rari rispetto alle altre localizzazioni della cavità orale, sono più frequenti nei paesi asiatici perché associati al tabacco da masticare (betel). Sono classificati in lesioni precancerose o cancerose di origine mucosa (carcinoma squamocellulare) o ghiandolare (adenocarcinoma o carcinoma adenoide cistico). Le lesioni precancerose richiedono una resezione limitata per un'analisi anatomopatologica dettagliata e i tumori diagnosticati maligni possono beneficiare di una resezione chirurgica limitata ma estesa in profondità ai muscoli della guancia. Se la resezione della guancia (giugale) resta limitata, la riparazione tissutale non è obbligatoria. Resezioni più estese richiedono una ricostruzione con lembo muscolare, muscolocutaneo, peduncolato o meno, o, altrimenti, dei lembi compositi che includono elementi ossei, specialmente in caso di resezione mandibolare. Si associa, di solito, una resezione linfonodale omolaterale dovuta alla linfofilia.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Cancro, Faccia interna della guancia, Cavità orale, Ricostruzione della faccia interna della guancia, Lembi
- ·Chirurgia dei tumori delle labbra
- CHIRURGIA DELLA FARINGE
- ·Vie d'accesso della faringe[46-270]S. Morinière, K. Hammoudi
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Le vie d'accesso della faringe vanno dalla semplice endoscopia a scopo diagnostico all'apertura ampia, che richiede la sezione delle strutture ossee, cartilaginee e muscolari per permettere l'exeresi di un tumore maligno nelle Linee Guida oncologiche. Lo sviluppo della chirurgia endoscopica in questi ultimi anni è stato notevole e molti interventi che venivano eseguiti per via esterna sono caduti in disuso a vantaggio di queste tecniche meno invasive. Tuttavia, qualsiasi chirurgia endoscopica deve poter essere convertita nella tecnica a cielo aperto e la chirurgia endoscopica resta, per il momento, limitata a dei tumori selezionati accessibili. È, quindi, molto importante conservare, nell'arsenale terapeutico del chirurgo maxillofacciale, le tecniche esterne transfacciali, transmandibolari o cervicali. L'obiettivo di questo articolo è, dunque, quello di spiegare i principi fondamentali delle vie d'accesso esterne della faringe e di descrivere le tecniche endoscopiche attuali in pieno sviluppo.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Rinofaringe, Orofaringe, Ipofaringe, Endoscopia, Chirurgia, Robot - ·Laringectomia totale e faringolaringectomia totale[46-280]A. Moya-Plana, H. Mirghani, F. Janot
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I cancri del faringolaringe colpiscono un organo chiave della vita di relazione. Essi rappresentano un terzo dei tumori maligni delle vie aerodigestive superiori (VADS). I cancri del laringe si caratterizzano per una prognosi migliore rispetto a quella delle altre localizzazioni, in quanto sono contenuti in una struttura cartilaginea e sono diagnosticati precocemente. I cancri dell'ipofaringe hanno una prognosi più sfavorevole, a causa della loro forte linfofilia, con un rischio elevato di metastasi a distanza. Questi tumori sono spesso di diagnosi tardiva, poiché una parte non trascurabile di essi è scoperta in uno stadio avanzato. Quando è possibile un trattamento chirurgico, si tratta spesso di una chirurgia radicale che ha un impatto importante sulla qualità di vita postoperatoria. Dei protocolli di conservazione d'organo che associano radioterapia e chemioterapia permettono attualmente di evitare la faringolaringectomia totale in una percentuale importante di pazienti. Tuttavia, benché le indicazioni di laringectomia totale e di faringolaringectomia totale siano così diminuite, queste chirurgie conservano un posto fondamentale nell'algoritmo terapeutico dei tumori avanzati del faringolaringe. Esse sono indicate in prima intenzione in caso di controindicazione a un protocollo di conservazione o in caso di recupero dopo l'insuccesso del trattamento medico conservativo. È, allora, raccomandato un lembo di copertura (tipo grande pettorale peduncolato). Alcune situazioni cliniche (lesione circolare, lesione della bocca esofagea, ecc.) possono richiedere delle ricostruzioni faringee più complesse che fanno ricorso a dei lembi liberi microanastomizzati.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Faringolaringectomia totale, Conservazione d'organo, Ricostruzione faringea, Riabilitazione vocale - ·Trattamento chirurgico del diverticolo faringoesofageo[46-290]A. Giovanni, L. Santini
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Il trattamento del diverticolo faringoesofageo, o diverticolo di Zenker, è esclusivamente chirurgico. Solo i diverticoli sintomatici invalidanti o complicati devono, tuttavia, essere proposti per una chirurgia; negli altri casi è raccomandata un'astensione terapeutica con monitoraggio. In effetti, la chirurgia del diverticolo è una chirurgia a rischio di complicanze gravi (come la mediastinite), che sono tanto più gravi in quanto la popolazione interessata è costituita da soggetti anziani o molto anziani. L'arrivo della chirurgia endoscopica, alternativa alla chirurgia classica per cervicotomia, ha permesso di semplificare i postumi operatori offrendo, al tempo stesso, dei risultati soddisfacenti. La decisione di una chirurgia in questa patologia deve essere condizionata dalla valutazione precisa del bilancio tra benefici attesi e rischi operatori.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Esofago, Diverticolo di Zenker, Muscolo cricofaringeo, Deglutizione, Miotomia, Endoscopia - ·Tecniche di ricostruzione in oncologia delle vie aerodigestive superiori: cavità orale e orofaringe[46-300]O. Dassonville, G. Poissonnet, A. Bozec, O. Camuzard, D. Culié
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La chirurgia riparativa dopo exeresi di cancri orofaringei è un campo essenziale, in quanto consente la rimozione di tumori a volte complessi in termini di estensione locale e composizione tissutale, garantendo, al tempo stesso, il minor tasso di complicanze postoperatorie e il mantenimento delle funzioni fonatorie e alimentari essenziali, nonché l'integrità della morfologia facciale. Le specifiche di questa chirurgia sono complesse e il suo obiettivo finale è il ritorno a una qualità della vita compatibile con una riabilitazione socioprofessionale ottimale. Le significative comorbilità e i precedenti terapeutici oncologici ORL spesso presenti in questi pazienti complicano questa chirurgia ricostruttiva, in cui è necessario essere in grado di proporre diverse alternative di riparazione davanti a una stessa perdita di sostanza ma che si verifica su terreni a volte debilitati. La scala Poissonville è stata sviluppata con questo obiettivo e dovrebbe essere integrata negli algoritmi decisionali terapeutici. Essa classifica in vari gruppi di complessità e impegno crescenti diverse procedure di riparazione; di fronte a ciascuna situazione clinica, sono proposte diverse alternative di riparazione, scelte in base al terreno presentato dal paziente. La diffusione dei lembi liberi microanastomizzati ha rivoluzionato questa chirurgia ricostruttiva consentendo, il più delle volte, di rispondere efficacemente alle richieste della grandissima varietà di perdite di sostanza incontrate in termini di superficie, volume e composizione tissutale. Le attuali innovazioni in questo campo sono rappresentate dall'avvento dei lembi liberi perforanti con minori sequele in zona di prelievo, dallo sviluppo della ricostruzione mascellare assistita da computer e, infine, dall'uso di accoppiatori meccanici vascolari che tendono a sostituire le classiche microsuture anastomotiche.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Cancri, Cavità orale, Orofaringe, Lembi liberi, Qualità di vita Modellizzazione assistita da computer, Accoppiatore vascolare - ·Gestione delle fistole orofaringee postoperatorie[46-305]A. Lasne-Cardon, D. Blanchard, E. Babin
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Le fistole faringee corrispondono a comunicazioni tra la cavità faringea e l'esterno che si verificano nel 50% dei casi in media dopo chirurgia di exeresi faringolaringea. I fattori di rischio, come la denutrizione, l'estensione dell'exeresi o la radioterapia neoadiuvante, sono numerosi ma molto discussi. La diagnosi è clinica. Gli esami complementari sono utilizzati principalmente per rilevare sovrainfezioni, complicanze vascolari o un'evoluzione tumorale. Il transito esofago-gastro-duodenale può essere utile per individuare una fistola incipiente prima della rialimentazione orale. Il trattamento iniziale è medico, basato sulle cure locali, e, poi, chirurgico, in caso di insuccesso. Occorre tenere conto dello stato locale e generale per fare la migliore scelta terapeutica. Misure di prevenzione devono essere utilizzate per ridurre l'incidenza delle fistole e le loro conseguenze psicologiche, estetiche ed economiche sulla prognosi e sulla qualità di vita dei pazienti.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Faringostoma, Orostoma, Fistola, Laringectomia, Chirurgia di recupero - ·Chirurgia dell'insufficienza velare[46-310]A.-N. Naiman, F. Disant
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L'insufficienza velofaringea è un'entità clinica complessa che compare quando il velo del palato e le pareti faringee laterali e posteriore non producono una separazione perfetta tra le cavità nasale e orale durante la fonazione e la deglutizione. La chiusura velofaringea è innanzitutto un meccanismo sfinterico con due componenti: velare e faringea. Il movimento del velo palatino è determinato principalmente dall'azione del muscolo elevatore del velo. Il movimento faringeo dipende dalla contrazione del muscolo costrittore superiore e palatofaringeo. Quando una delle due componenti è deficitaria, ne deriva un difetto di chiusura che causa disturbi di quattro grandi funzioni: la fonazione, la deglutizione, la respirazione e l'udito. L'approccio diagnostico e terapeutico dev'essere un lavoro d'equipe multidisciplinare. Tre esami sono indispensabili nella valutazione preoperatoria dell'insufficienza velofaringea: l'esame foniatrico, la fibroscopia rinofaringea e la videofluoroscopia. I principali metodi terapeutici disponibili attualmente comprendono terapia medica e trattamento chirurgico. Le tecniche chirurgiche più utilizzate attualmente sono la faringoplastica con lembo faringeo posteriore a peduncolo superiore e diverse varianti di sfinteroplastiche.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Insufficienza velare, Rinolalia, Faringoplastica, Rieducazione ortofonica - ·Buccofaringectomie e vie cervico-trans-mandibolari nei cancri orofaringei[46-320]N. Fakhry
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Résumé
Le buccofaringectomie sono spesso realizzate nel quadro della gestione dei tumori orofaringei e della cerniera orofaringea. Si tratta di interventi ben codificati i cui principali progressi recenti riguardano le vie d'accesso e le modalità di ricostruzione. L'uso di lembi di ricostruzione più sottili e più malleabili e la comparsa di nuove tecniche di emostasi hanno, in effetti, consentito lo sviluppo di vie d'accesso meno iatrogene, come la via combinata transorale e cervicale senza mandibulotomia, consentendo exeresi orofaringee ampie e riducendo, al tempo stesso, la iatrogenia della procedura chirurgica. Per alcuni tumori, anche la chirurgia transorale assistita da robot apre nuove prospettive. Questi interventi devono inserirsi coerentemente nel regolare svolgimento del piano di trattamento: o in trattamento iniziale o in trattamento di salvataggio dopo insuccesso di una radio(chemio)terapia. La padronanza delle indicazioni terapeutiche deve tendere verso un duplice obiettivo: controllo del tumore e qualità di vita dei pazienti.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Cancro orofaringeo, Chirurgia ricostruttiva, Buccofaringectomia, Orofaringectomia - ·Adenoidectomia e tonsillectomia[46-330]C. Martins Carvalho, C. Clodic, F. Rogez, L. Delahaye, R. Marianowski
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In Francia, circa 50000 tonsillectomie, associate o meno a un'adenoidectomia, sono realizzate ogni anno nel bambino (fonte Programma di medicalizzazione dei sistemi di informazione [PMSI] 2008). Malgrado la frequenza del gesto chirurgico, la tonsillectomia non è un atto anodino, e la sua morbimortalità rimane non trascurabile, in particolare in termini di dolore e di emorragia postoperatori. Da una ventina di anni sono comparsi nuovi strumenti chirurgici e il loro utilizzo nella tonsillectomia offre dei risultati soddisfacenti. Si tratta, in particolare, della radiofrequenza e del microdebrider. Numerosi studi confrontano queste tecniche con le tecniche di coagulazione più antiche. Altre evoluzioni hanno avuto luogo a proposito delle indicazioni operatorie. Nel bambino, le indicazioni all'adenotonsillectomia per infezioni a ripetizione hanno visto il loro ruolo ridursi, a vantaggio delle sindromi delle apnee ostruttive del sonno, che rappresentano attualmente due terzi delle indicazioni. Un'ultima evoluzione è la gestione della tonsillectomia del bambino in chirurgia ambulatoriale, secondo alcuni criteri ben definiti nelle raccomandazioni.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Tonsillectomia, Adenoidectomia, Emorragia postoperatoria, Sindrome delle apnee ostruttive del sonno
- ·Vie d'accesso della faringe
- CHIRURGIA DELLA LARINGE
- ·Fonochirurgia dei tumori benigni delle corde vocali[46-350]A. Giovanni, A. Lagier, M. Remacle
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La fonochirurgia è la chirurgia delle corde vocali realizzata allo scopo di migliorare la voce. L'intervento fonochirurgico mira a ristabilire un'anatomia normale della corda vocale e una vibrazione della glottide morbida e regolare, più vicina possibile alla vibrazione fisiologica. Essa si differenzia quindi dalle laringoscopie realizzate a fini bioptici, che sono escluse da questa esposizione. L'intervento chirurgico è condotto sotto anestesia generale attraverso una laringoscopia in sospensione con l'aiuto di microstrumenti e di laser, a seconda dei casi. Qualunque sia la tecnica impiegata, la fonochirurgia si integra sempre in una strategia terapeutica che comprende non soltanto l'atto chirurgico, ma anche la correzione dei fattori eziologici e la gestione della disfunzione vocale, il più delle volte mediante la rieducazione ortofonica.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Fonochirurgia, Laringopatia disfunzionale, Cisti della laringe, Laser - ·Tecniche chirurgiche di riabilitazione vocale dopo laringectomia totale[46-370]O. Choussy, K. Elmakhloufi, D. Dehesdin
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La laringectomia totale è ancora indicata nel trattamento dei carcinomi epidermoidi farigolaringei estesi. Essa provoca una mutilazione importante, quella della parola. Da più di 20 anni molti specialisti si sono interessati alla riabilitazione vocale dopo laringectomia totale. Devono essere ricordati due tipi di riabilitazione chirurgica: quella protesica, più semplice ma più costosa, o quella chirurgica, più complessa, a cui sarà rapportata la tecnica di Pearson. Esse determinano dei rischi propri e se ne devono considerare le indicazioni in funzione dell'estensione tumorale ma anche in funzione del contesto clinico, sia sul piano fisiologico che psicologico. Questa riabilitazione vocale è di importanza capitale per questi pazienti, il trattamento dei quali passa attraverso una mutilazione: essa ha lo scopo di contribuire al reinserimento sociale, a volte addirittura professionale, necessario alla qualità di vita.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Riabilitazione vocale dopo laringectomia, Protesi fonatoria, Shunt tracheo-esofageo continente, Emilaringectomia estesa di Pearson - ·Chirurgia delle paralisi laringee[46-380]A. Lagier, J.-P. Marie
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Le manifestazioni cliniche e la gestione delle paralisi laringee sono radicalmente diverse a seconda che la paralisi sia monolaterale o bilaterale e in funzione della posizione della o delle corde vocali paralitiche. I vari interventi per le paralisi laringee monolaterali mirano a migliorare la fonazione, poiché la disfonia è il segno funzionale predominante in questo caso. Gli interventi per le paralisi laringee bilaterali mirano a migliorare la respirazione; il risultato in termini di qualità della voce passa, allora, in secondo piano. L'evoluzione è stata verso interventi sempre meno invasivi, grazie alle tecniche endoscopiche e all'uso del laser, ma anche verso migliori risultati funzionali, grazie alle tecniche di reinnervazione.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Paralisi laringea, Diplegia laringea, Medializzazione, Tiroplastica, Laser, Reinnervazione laringea - ·Chirurgia delle stenosi laringotracheali dell'adulto[46-390]Madeleine Menard, Olivier Laccourreye, Daniel Brasnu
Plan
Résumé
Questo articolo ha lo scopo di precisare i metodi e le indicazioni chirurgiche delle stenosi laringotracheali dell'adulto.Sono descritte le diverse tecniche chirurgiche.L'evoluzione, il grado e la sede della stenosi sono direttamente coinvolti nella scelta dell'indicazione terapeutica. È stato sottolineato il vantaggio di una classificazione delle stenosi in funzione della o delle sedi anatomiche interessate precisando anche la mobilità della laringe.In riferimento a questa classificazione sono stati esposti i principi del trattamento delle stenosi in funzione della loro sede. Questo articolo sottolinea in particolare il vantaggio delle resezioni-anastomosi tracheali o cricotracheali per l'affidabilità dei risultati e l'apporto della cordotomia trasversa posteriore al laser CO2.
Mots-clés : stenosi laringea, stenosi tracheale, trattamento chirurgico delle stenosi laringotracheali - ·Chirurgia delle stenosi laringee nel bambino[46-400]D Brasnu
Plan
Riassunto
Il trattamento chirurgico delle stenosi laringotracheali nel bambino comprende attualmente una grande varietà di tecniche operatorie. Possono essere classificate in due categorie: le tecniche di laringotracheoplastica, dove l'allargamento della regione stenotica è ottenuto mediante incisioni della cartilagine cricoidea combinate a innesti cartilaginei e a diverse procedure di calibratura; la resezione cricotracheale, che consiste in un'escissione del segmento ristretto seguita da un'anastomosi tirotracheale. In tutti i casi, si tratta di una chirurgia difficile e pericolosa poiché richiede un'equipe pluridisciplinare esperta in tecniche endoscopiche, di chirurgia, di anestesia e rianimazione pediatriche.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Stenosi laringea, Bambino, Laringotracheoplastica, Resezione cricotracheale, Quadrisezione della cricoide - ·Chirurgia dei tumori benigni della laringe[46-410]C. Conessa, S. Hervé, E. Roguet, J. Gauthier, J.-L. Poncet
Plan
Résumé
La chirurgia dei tumori benigni della laringe si basa su due tipi di vie d'accesso: la via endoscopica e la via cervicale laterale. Attraverso la via endoscopica l'exeresi tumorale può essere realizzata con il laser o con i micro-strumenti laringei. La scelta di una tecnica rispetto ad altre dipende soprattutto dall'esperienza dell'operatore ma anche dalla facilità di esposizione dell'aritenoide, essenziale per l'uso del laser. La via endoscopica permette in tal modo di trattare la maggior parte dei tumori benigni della laringe; in alcuni cas tuttavia si dimostra insufficiente e si impone l'accesso cervicale. La via cervicale laterale permette l'accesso alla laringe passando attraverso la membrana tiroidea o passando attraverso la lamina della cartilagine tiroide mediante tirotomia. La conoscenza di queste tecniche di accesso laterale alla laringe permette di trattare i tumori benigni che non è stato possibile rimuovere per via endoscopica. Il chirurgo deve pertanto conoscere bene tutte queste tecniche per trattare nel modo migliore questo tipo di patologia.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Laringe, Tumori benigni, Microchirurgia, Laser, Chirurgia - ·Chirurgia delle ferite e dei traumi della laringe e della trachea cervicale[46-420]Y. Pons, I. Hunkemöller, P. Le Page, M. Raynal, M. Kossowski
Plan
Résumé
Le ferite laringotracheali mettono in gioco la prognosi vitale immediata. La loro gestione richiede un'esplorazione chirurgica dopo controllo e stabilizzazione delle funzioni vitali. Un breve richiamo di anatomia permette di comprendere i motivi della fragilità dell'asse laringotracheale e i principi della riparazione delle lesioni. Questo tempo di riparazione è analizzato in funzione del livello lesionale e delle strutture affette, che siano cartilaginee, membranose o mucose.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Laringe, Trachea cervicale, Disinserzione, Trauma
- ·Fonochirurgia dei tumori benigni delle corde vocali
- CHIRURGIA DELLA TRACHEA
- ·Tracheotomia[46-430]S. Ballivet de Régloix, O. Maurin, A. Crambert, G. Bonfort, P. Clément, Y. Pons, M. Kossowski
Plan
Résumé
La tracheotomia è una tecnica di liberazione e protezione delle vie respiratorie, che si basa sull'apertura anteriore della trachea cervicale e sul posizionamento di una cannula. Essa può essere realizzata in urgenza o nel quadro di una procedura programmata. Le tecniche percutanee sono quelle più spesso utilizzate e la tracheotomia classica chirurgica diviene una tecnica di recupero quando le precedenti sono controindicate. Una tecnica rigorosa e le cure postoperatorie prevengono le complicanze. Dopo un richiamo anatomofisiologico, sono affrontate le indicazioni della tracheotomia, le diverse tecniche, nonché le cure postoperatorie e le complicanze.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Cannula di tracheotomia, Tracheotomia, Tracheotomia percutanea, Vie aeree superiori - ·Trattamento delle fistole esofagotracheali[46-440]C. Righini, P.-Y. Brichon, C. Pison, E. Reyt
Plan
Résumé
Le fistole esofagotracheali (FET) corrispondono a una comunicazione tra la trachea e l'esofago. Esse possono essere congenite o acquisite. Solo le FET acquisite sono discusse in questo articolo. Si tratta di una patologia rara, ma per la quale le eziologie sono molteplici. La diagnosi si basa sulla clinica. Il ricorso agli esami complementari, endoscopici e radiologici, permette di confermare la diagnosi, di sospettare o di confermare un'eziologia e di fornire degli elementi su topografia, morfologia ed estensione della FET. Questi elementi sono utili per le scelte terapeutiche. Il trattamento è medico e chirurgico. Esso può essere curativo o palliativo. La scelta del trattamento o dei trattamenti dipende dallo stato locale, dallo stato generale e dalla prognosi vitale del paziente. La concertazione tra medici e chirurghi permette di ottimizzare il trattamento. Quando la chirurgia a cielo aperto non è possibile, può essere proposta l'endoscopia interventistica esofagotracheale, a condizione di disporre del materiale adatto e di padroneggiare questo tipo di tecnica.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Fistola esofagotracheale acquisita, Eziologie delle fistole esofagotracheali, Trattamenti delle fistole esofagotracheali
- ·Tracheotomia
- CHIRURGIA DEL COLLO
- ·Tiroidectomia[46-460]P. Tran Ba Huy, R. Kania
Plan
Riassunto
La chirurgia tiroidea esige da chi la pratica un approccio multidisciplinare: perfetta padronanza dell'anatomia cervicale per saper eludere le trappole; conoscenza accurata delle diverse varietà istopatologiche delle neoplasie che condizionano ampiamente le modalità di estensione della neoplasia e i mezzi terapeutici da opporre; comprensione chiara dei fenomeni endocrini per valutare i sintomi e per guidare la prescrizione sia pre- che postoperatoria; conoscenze precise sulle esplorazioni funzionali e sull'otorinolaringoiatria; precisione microchirurgica nella ricerca dei peduncoli vascolonervosi. È su tutti questi imperativi, garanti di una chirurgia elegante e rigorosa, che insisteremo in questo capitolo di tecnica.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Tiroidectomia, Anatomia chirurgica, Tecniche videoassistite, Complicanze - ·Chirurgia delle paratiroidi[46-465]D. Malinvaud, O. Laccourreye, P. Bonfils
Plan
Résumé
La chirurgia delle paratiroidi ha conosciuto notevoli progressi nel corso degli ultimi anni, sotto l'impulso degli esami di localizzazione delle ghiandole patologiche nel periodo preoperatorio. L'ecografia in primis e, poi, la scintigrafia con sestamibi (metossi-isobutil-isonitrile) a due fasi, la cui affidabilità si avvicina al 90% o lo supera, autorizzano, oggi, delle chirurgie mini-invasive, mirate, laddove, qualche anno fa, veniva realizzata solo una chirurgia cervicale bilaterale. Questa evoluzione nel trattamento chirurgico degli iperparatiroidismi riguardaprincipalmente l'iperparatiroidismo primario, nel quale la patologia riguarda una sola delle quattro ghiandole in più dell'85% dei casi. Questo approccio minimamente invasivo ha, dunque, come obiettivo, grazie alla valutazione preoperatoria della localizzazione, di indirizzare l'intervento chirurgico alla ghiandola colpita, senza esplorare le altre ghiandole paratiroidee. Gli indici di guarigione sono identici a quelli della chirurgia bilaterale tradizionale, con interventi talvolta realizzabili in anestesia locale, meno complicanze e un costo totale inferiore. Questo articolo descrive questa strategia chirurgica e le diverse tecniche chirurgiche utilizzate.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Paratiroide, Chirurgia, Strategia chirurgica, Iperparatiroidismo, Sestamibi - ·Svuotamenti linfonodali cervicali[46-470]M. Zanaret, J. Paris, S. Duflo
Plan
Résumé
Lo stato linfonodale iniziale dei pazienti affetti da carcinomi epidermoidi delle vie aerodigestive superiori è un fattore che influenza la prognosi. L'interessamento linfonodale metastatico si fa in maniera sequenziale e prevedibile. Il trattamento delle metastasi cervicali effettive o potenziali deve essere adattato alla localizzazione del tumore iniziale e allo stadio evolutivo locoregionale. L'«Unione internazionale contro il cancro» (UICC) e l'«American Joint Committee on Cancer» (AJCC) hanno adottato una classificazione linfonodale cervicale (N) comune. Due approcci basati su concetti chirurgici differenti sono alla base dello sviluppo dei vari tipi di svuotamenti cervicali: l'approccio nordamericano e l'approccio latino. Sono state proposte varie classificazioni, più o meno complesse ed esaurienti. L'interesse di queste classificazioni è quello di standardizzare la terminologia utilizzata. Sono trattate e descritte le diverse tecniche di svuotamento, in particolare lo svuotamento cervicale funzionale e lo svuotamento cervicale tradizionale.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Svuotamento, Collo, Metastasi, Linfonodo, Adenopatia - ·Chirurgia delle malformazioni congenite del collo nel bambino[46-480]R. Nicollas, S. Roman, J.-M. Triglia
Plan
Résumé
Le anomalie congenite del collo possono essere distinte in malformazioni della linea mediana (cisti del tratto tireoglosso, cisti dermoidi e schisi mentosternali), e malformazioni laterocervicali. Queste ultime possono essere di origine branchiale (prima e seconda fessura, terza e quarta tasca, cisti timiche) o no (linfangiomi cistici). A parte, le fistole preauricolari. Eccezione fatta per i linfangiomi cistici e il trattamento per via endoscopica delle quarte tasche, l'exeresi deve assolutamente essere completa per evitare una recidiva.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Cisti del tratto tireoglosso, Apparato branchiale, Linfangiomi cistici, Schisi mentosternale - ·Chirurgia degli spazi parafaringei[46-490]M. Makeieff, B. Guerrier
Plan
Résumé
Gli spazi parafaringei, retrofaringeo, pre- e retrostiloideo, costituiscono una regione anatomica profonda situata sotto la base del cranio. La chirurgia degli spazi parafaringei è di indicazione poco frequente e pone dei problemi di accesso e di esposizione importanti. Essa è proposta soprattutto nel trattamento dei tumori, il più delle volte benigni (tumori delle ghiandole salivari, tumori nervosi e paragangliomi), ma anche degli ascessi. Si può prendere in considerazione solo al termine di un bilancio di diagnostica per immagini quanto più completo possibile. Le vie d'accesso dipendono allora dalla topografia, dalle dimensioni del tumore e dalla sua natura istologica.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Spazio parafaringeo, Spazio retrofaringeo, Spazio prestiloideo, Spazio retrostiloideo, Tumori nervosi, Paragangliomi, Ghiandole salivari, Chirurgia cervicale, Ascesso - ·Chirurgia dei paragangliomi cervicali[46-500]Jean-Marc Thomassin, Arnaud Deveze, Pascal Laurent, Anne Esteve, Alain Branchereau
Plan
Résumé
La chirurgia dei paragangliomi cervicali riguarda dei tumori rari, soprattutto del glomo carotideo.Per quanto riguarda queste lesioni, la medicina ha tratto diversi vantaggi dai progressi della diagnostica per immagini che consentono di individuare la chirurgia adatta.L'exeresi deve essere adattata al tumore.La scelta delle vie di accesso dipende dalla sede del tumore e, soprattutto, dalle diverse estensioni.Ecco perché, in caso di paraganglioma carotideo di stadio III o di paraganglioma vagale che interessa la carotide interna, è necessario coinvolgere un'equipe di chirurgia vascolare.
Mots-clés : paraganglioma carotideo, paraganglioma vagale - ·Parotidectomie[46-510]Boris Petelle, Elisabeth Sauvaget, Patrice Tran Ba Huy
Plan
Résumé
Ogni parotidectomia deve essere eseguita perseguendo uno scopo al tempo stesso oncologico ed estetico.L'incisione deve rispettare tre priorità assolute: esporre correttamente l'intera regione parotidea, potersi prolungare, se necessario, in un'incisione di svuotamento linfonodale cervicale e lasciare le minime sequele estetiche.Il tronco del nervo facciale, la cui dissezione rappresenta il tempo essenziale dell'intervento, costituisce la bisettrice dell'angolo formato rispettivamente dal bordo anteriore della punta mastoidea e dal bordo inferiore del condotto uditivo. Tale nervo emerge in profondità qualche millimetro al di sopra del bordo superiore del ventre posteriore del muscolo digastrico, circa 1 cm al di sotto del bordo inferiore del timpanico e del «pointer» cartilagineo.L'ablazione del lobo superficiale viene eseguita dall'indietro in avanti, seguendo una a una le ramificazioni nervose a partire dalla parte opposta rispetto alla sede del tumore.L'exeresi del lobo profondo comprende schematicamente: il controllo del peduncolo carotideo esterno e dei suoi rami, la liberazione completa del tronco del facciale e dei suoi rami dal parenchima sottostante, l'exeresi ghiandolare propriamente detta. Le complicanze a breve termine sono principalmente rappresentate dalla paralisi facciale, quelle a distanza dalla sindrome di Frey.
Mots-clés : Parotide, Nervo facciale, Sindrome di Frey, Parotidectomia superficiale, Parotidectomia profonda - ·Chirurgia della ghiandola sottomandibolare a cielo aperto. Chirurgia della ghiandola sublinguale per via esterna[46-539]B. Delas, D. Dehesdin
Plan
Résumé
La patologia della ghiandola sottomandibolare e della ghiandola sublinguale è dominata dai fenomeni ostruttivi (sialolitiasi e stenosi salivari) e dai processi tumorali. Nel corso di fenomeni infettivi ghiandolari e duttali, all'opposto della gestione delle sialoadeniti parotidee, viene spesso proposta una scelta chirurgica conservativa o radicale. In effetti, i rischi nervosi ed estetici incontrati nel corso dell'exeresi di una ghiandola sottomandibolare sono giudicati ben minori rispetto a quelli ai quali espone una parotidectomia. Da quasi 15 anni ormai tecniche endoscopiche ed extracorporee hanno modificato gli algoritmi decisionali nella gestione delle ostruzioni duttali recidivanti o croniche. Il tasso di conservazione d'organo tende così ad aumentare in modo spettacolare nei centri esperti in queste nuove metodiche. Malgrado ciò, la tecnica di exeresi ghiandolare con cervicotomia e quella di apertura dei dotti salivari mediante via endorale conservano le loro indicazioni nei casi di insuccesso o di complicanze nel corso di queste ultime procedure. Una buona conoscenza della tecnica di sottomandibolectomia resta quindi fondamentale a dispetto dello sviluppo delle tecniche mini-invasive.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Sottomandibolectomia, Sialendoscopia, Calcolosi salivari
- ·Tiroidectomia
- CHIRURGIA DELLE GHIANDOLE SALIVARI
- ·Chirurgia endoscopica delle ghiandole salivari[46-541]S. Vergez, B. Vairel, C. Chossegros, G. De Bonnecaze, F. Faure
Plan
Résumé
Le tecniche di chirurgia endoscopica delle ghiandole sottomandibolari e parotidi hanno significativamente modificato la gestione delle patologie salivari ostruttive e infiammatorie croniche. L'esplorazione endoscopica dei dotti salivari, spesso sotto sedazione o anestesia locale, può consentire una diagnosi di litiasi, di stenosi duttale o altro. In queste situazioni, può essere possibile una gestione chirurgica endoscopica. Nelle sialoendoscopie interventistiche, spesso in anestesia generale, sono attuate la dilatazione delle stenosi e l'asportazione di calcoli, dopo un'eventuale frammentazione. Lo sviluppo delle tecniche chirurgiche endoscopiche salivari limita il ricorso alle parotidectomie e alle submandibulectomie in queste situazioni infiammatorie in cui la morbilità di questi gesti, in particolare nervosa, è aumentata.Le texte complet de cet article est disponible en PDF.Parole chiave : Sialoendoscopia, Patologia salivare ostruttiva, Parotite, Submandibulite, Litiasi salivare, Stenosi salivare, Litotripsia
- ·Chirurgia endoscopica delle ghiandole salivari
ΩτοΡινοΛαρυγγολόγος Medicine by Alexandros G. Sfakianakis,Anapafseos 5 Agios Nikolaos 72100 Crete Greece,00302841026182,00306932607174,
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Ετικέτες
Τρίτη 29 Ιανουαρίου 2019
Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e cervico facciale
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Medicine by Alexandros G. Sfakianakis,Anapafseos 5 Agios Nikolaos 72100 Crete Greece,00302841026182,00306932607174,alsfakia@gmail.com,
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12:04 π.μ.
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00302841026182,
00306932607174,
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