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Τρίτη 29 Ιανουαρίου 2019

CHIRURGIA DELLA FARINGE

  • Vie d'accesso della faringe
    [46-270]
    S. Morinière, K. Hammoudi
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    Résumé

    Le vie d'accesso della faringe vanno dalla semplice endoscopia a scopo diagnostico all'apertura ampia, che richiede la sezione delle strutture ossee, cartilaginee e muscolari per permettere l'exeresi di un tumore maligno nelle Linee Guida oncologiche. Lo sviluppo della chirurgia endoscopica in questi ultimi anni è stato notevole e molti interventi che venivano eseguiti per via esterna sono caduti in disuso a vantaggio di queste tecniche meno invasive. Tuttavia, qualsiasi chirurgia endoscopica deve poter essere convertita nella tecnica a cielo aperto e la chirurgia endoscopica resta, per il momento, limitata a dei tumori selezionati accessibili. È, quindi, molto importante conservare, nell'arsenale terapeutico del chirurgo maxillofacciale, le tecniche esterne transfacciali, transmandibolari o cervicali. L'obiettivo di questo articolo è, dunque, quello di spiegare i principi fondamentali delle vie d'accesso esterne della faringe e di descrivere le tecniche endoscopiche attuali in pieno sviluppo.
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    Parole chiave : Rinofaringe, Orofaringe, Ipofaringe, Endoscopia, Chirurgia, Robot
  • ·Laringectomia totale e faringolaringectomia totale
    [46-280]
    A. Moya-Plana, H. Mirghani, F. Janot
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    Résumé

    I cancri del faringolaringe colpiscono un organo chiave della vita di relazione. Essi rappresentano un terzo dei tumori maligni delle vie aerodigestive superiori (VADS). I cancri del laringe si caratterizzano per una prognosi migliore rispetto a quella delle altre localizzazioni, in quanto sono contenuti in una struttura cartilaginea e sono diagnosticati precocemente. I cancri dell'ipofaringe hanno una prognosi più sfavorevole, a causa della loro forte linfofilia, con un rischio elevato di metastasi a distanza. Questi tumori sono spesso di diagnosi tardiva, poiché una parte non trascurabile di essi è scoperta in uno stadio avanzato. Quando è possibile un trattamento chirurgico, si tratta spesso di una chirurgia radicale che ha un impatto importante sulla qualità di vita postoperatoria. Dei protocolli di conservazione d'organo che associano radioterapia e chemioterapia permettono attualmente di evitare la faringolaringectomia totale in una percentuale importante di pazienti. Tuttavia, benché le indicazioni di laringectomia totale e di faringolaringectomia totale siano così diminuite, queste chirurgie conservano un posto fondamentale nell'algoritmo terapeutico dei tumori avanzati del faringolaringe. Esse sono indicate in prima intenzione in caso di controindicazione a un protocollo di conservazione o in caso di recupero dopo l'insuccesso del trattamento medico conservativo. È, allora, raccomandato un lembo di copertura (tipo grande pettorale peduncolato). Alcune situazioni cliniche (lesione circolare, lesione della bocca esofagea, ecc.) possono richiedere delle ricostruzioni faringee più complesse che fanno ricorso a dei lembi liberi microanastomizzati.
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    Parole chiave : Faringolaringectomia totale, Conservazione d'organo, Ricostruzione faringea, Riabilitazione vocale
  • ·Trattamento chirurgico del diverticolo faringoesofageo
    [46-290]
    A. Giovanni, L. Santini
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    Résumé

    Il trattamento del diverticolo faringoesofageo, o diverticolo di Zenker, è esclusivamente chirurgico. Solo i diverticoli sintomatici invalidanti o complicati devono, tuttavia, essere proposti per una chirurgia; negli altri casi è raccomandata un'astensione terapeutica con monitoraggio. In effetti, la chirurgia del diverticolo è una chirurgia a rischio di complicanze gravi (come la mediastinite), che sono tanto più gravi in quanto la popolazione interessata è costituita da soggetti anziani o molto anziani. L'arrivo della chirurgia endoscopica, alternativa alla chirurgia classica per cervicotomia, ha permesso di semplificare i postumi operatori offrendo, al tempo stesso, dei risultati soddisfacenti. La decisione di una chirurgia in questa patologia deve essere condizionata dalla valutazione precisa del bilancio tra benefici attesi e rischi operatori.
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    Parole chiave : Esofago, Diverticolo di Zenker, Muscolo cricofaringeo, Deglutizione, Miotomia, Endoscopia
  • ·Tecniche di ricostruzione in oncologia delle vie aerodigestive superiori: cavità orale e orofaringe
    [46-300]
    O. Dassonville, G. Poissonnet, A. Bozec, O. Camuzard, D. Culié
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    Résumé

    La chirurgia riparativa dopo exeresi di cancri orofaringei è un campo essenziale, in quanto consente la rimozione di tumori a volte complessi in termini di estensione locale e composizione tissutale, garantendo, al tempo stesso, il minor tasso di complicanze postoperatorie e il mantenimento delle funzioni fonatorie e alimentari essenziali, nonché l'integrità della morfologia facciale. Le specifiche di questa chirurgia sono complesse e il suo obiettivo finale è il ritorno a una qualità della vita compatibile con una riabilitazione socioprofessionale ottimale. Le significative comorbilità e i precedenti terapeutici oncologici ORL spesso presenti in questi pazienti complicano questa chirurgia ricostruttiva, in cui è necessario essere in grado di proporre diverse alternative di riparazione davanti a una stessa perdita di sostanza ma che si verifica su terreni a volte debilitati. La scala Poissonville è stata sviluppata con questo obiettivo e dovrebbe essere integrata negli algoritmi decisionali terapeutici. Essa classifica in vari gruppi di complessità e impegno crescenti diverse procedure di riparazione; di fronte a ciascuna situazione clinica, sono proposte diverse alternative di riparazione, scelte in base al terreno presentato dal paziente. La diffusione dei lembi liberi microanastomizzati ha rivoluzionato questa chirurgia ricostruttiva consentendo, il più delle volte, di rispondere efficacemente alle richieste della grandissima varietà di perdite di sostanza incontrate in termini di superficie, volume e composizione tissutale. Le attuali innovazioni in questo campo sono rappresentate dall'avvento dei lembi liberi perforanti con minori sequele in zona di prelievo, dallo sviluppo della ricostruzione mascellare assistita da computer e, infine, dall'uso di accoppiatori meccanici vascolari che tendono a sostituire le classiche microsuture anastomotiche.
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    Parole chiave : Cancri, Cavità orale, Orofaringe, Lembi liberi, Qualità di vita Modellizzazione assistita da computer, Accoppiatore vascolare
  • ·Gestione delle fistole orofaringee postoperatorie
    [46-305]
    A. Lasne-Cardon, D. Blanchard, E. Babin
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    Résumé

    Le fistole faringee corrispondono a comunicazioni tra la cavità faringea e l'esterno che si verificano nel 50% dei casi in media dopo chirurgia di exeresi faringolaringea. I fattori di rischio, come la denutrizione, l'estensione dell'exeresi o la radioterapia neoadiuvante, sono numerosi ma molto discussi. La diagnosi è clinica. Gli esami complementari sono utilizzati principalmente per rilevare sovrainfezioni, complicanze vascolari o un'evoluzione tumorale. Il transito esofago-gastro-duodenale può essere utile per individuare una fistola incipiente prima della rialimentazione orale. Il trattamento iniziale è medico, basato sulle cure locali, e, poi, chirurgico, in caso di insuccesso. Occorre tenere conto dello stato locale e generale per fare la migliore scelta terapeutica. Misure di prevenzione devono essere utilizzate per ridurre l'incidenza delle fistole e le loro conseguenze psicologiche, estetiche ed economiche sulla prognosi e sulla qualità di vita dei pazienti.
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    Parole chiave : Faringostoma, Orostoma, Fistola, Laringectomia, Chirurgia di recupero
  • ·Chirurgia dell'insufficienza velare
    [46-310]
    A.-N. Naiman, F. Disant
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    Résumé

    L'insufficienza velofaringea è un'entità clinica complessa che compare quando il velo del palato e le pareti faringee laterali e posteriore non producono una separazione perfetta tra le cavità nasale e orale durante la fonazione e la deglutizione. La chiusura velofaringea è innanzitutto un meccanismo sfinterico con due componenti: velare e faringea. Il movimento del velo palatino è determinato principalmente dall'azione del muscolo elevatore del velo. Il movimento faringeo dipende dalla contrazione del muscolo costrittore superiore e palatofaringeo. Quando una delle due componenti è deficitaria, ne deriva un difetto di chiusura che causa disturbi di quattro grandi funzioni: la fonazione, la deglutizione, la respirazione e l'udito. L'approccio diagnostico e terapeutico dev'essere un lavoro d'equipe multidisciplinare. Tre esami sono indispensabili nella valutazione preoperatoria dell'insufficienza velofaringea: l'esame foniatrico, la fibroscopia rinofaringea e la videofluoroscopia. I principali metodi terapeutici disponibili attualmente comprendono terapia medica e trattamento chirurgico. Le tecniche chirurgiche più utilizzate attualmente sono la faringoplastica con lembo faringeo posteriore a peduncolo superiore e diverse varianti di sfinteroplastiche.
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    Parole chiave : Insufficienza velare, Rinolalia, Faringoplastica, Rieducazione ortofonica
  • ·Buccofaringectomie e vie cervico-trans-mandibolari nei cancri orofaringei
    [46-320]
    N. Fakhry
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    Résumé

    Le buccofaringectomie sono spesso realizzate nel quadro della gestione dei tumori orofaringei e della cerniera orofaringea. Si tratta di interventi ben codificati i cui principali progressi recenti riguardano le vie d'accesso e le modalità di ricostruzione. L'uso di lembi di ricostruzione più sottili e più malleabili e la comparsa di nuove tecniche di emostasi hanno, in effetti, consentito lo sviluppo di vie d'accesso meno iatrogene, come la via combinata transorale e cervicale senza mandibulotomia, consentendo exeresi orofaringee ampie e riducendo, al tempo stesso, la iatrogenia della procedura chirurgica. Per alcuni tumori, anche la chirurgia transorale assistita da robot apre nuove prospettive. Questi interventi devono inserirsi coerentemente nel regolare svolgimento del piano di trattamento: o in trattamento iniziale o in trattamento di salvataggio dopo insuccesso di una radio(chemio)terapia. La padronanza delle indicazioni terapeutiche deve tendere verso un duplice obiettivo: controllo del tumore e qualità di vita dei pazienti.
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    Parole chiave : Cancro orofaringeo, Chirurgia ricostruttiva, Buccofaringectomia, Orofaringectomia
  • ·Adenoidectomia e tonsillectomia
    [46-330]
    C. Martins Carvalho, C. Clodic, F. Rogez, L. Delahaye, R. Marianowski
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    Résumé

    In Francia, circa 50000 tonsillectomie, associate o meno a un'adenoidectomia, sono realizzate ogni anno nel bambino (fonte Programma di medicalizzazione dei sistemi di informazione [PMSI] 2008). Malgrado la frequenza del gesto chirurgico, la tonsillectomia non è un atto anodino, e la sua morbimortalità rimane non trascurabile, in particolare in termini di dolore e di emorragia postoperatori. Da una ventina di anni sono comparsi nuovi strumenti chirurgici e il loro utilizzo nella tonsillectomia offre dei risultati soddisfacenti. Si tratta, in particolare, della radiofrequenza e del microdebrider. Numerosi studi confrontano queste tecniche con le tecniche di coagulazione più antiche. Altre evoluzioni hanno avuto luogo a proposito delle indicazioni operatorie. Nel bambino, le indicazioni all'adenotonsillectomia per infezioni a ripetizione hanno visto il loro ruolo ridursi, a vantaggio delle sindromi delle apnee ostruttive del sonno, che rappresentano attualmente due terzi delle indicazioni. Un'ultima evoluzione è la gestione della tonsillectomia del bambino in chirurgia ambulatoriale, secondo alcuni criteri ben definiti nelle raccomandazioni.
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    Parole chiave : Tonsillectomia, Adenoidectomia, Emorragia postoperatoria, Sindrome delle apnee ostruttive del sonno

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